L’Azienda Agricola Bio Pietrini Graziano si racconta: “Ciò che si dà agli animali e al terreno ritorna nel cibo che mangiamo.”
Buongiorno, potreste dirmi in poche parole come nasce l’Azienda Agricola Bio Pietrini Graziano?
Mio padre mezzadro, stanco di essere “sotto padrone”, ha comprato l’azienda nel 1960 dal proprietario terriero. All’inizio le difficoltà erano molte. Dal punto di vista produttivo si continuava a fare e ad allevare un po’ di tutto, come durante la mezzadria. Poi alla morte di mio padre, un po’ per passione e un po’ per non gettare via i molti sacrifici fatti, ho preso in mano l’azienda e ho cercato di migliorarla facendo molti investimenti (volti principalmente all’ammodernamento di macchine e strutture) e vendendo alcuni appezzamenti qua e là.
Inizialmente la nostra attività principale era la vendita di carne ai macellai; ma, dopo il problema della mucca pazza che ne fece crollare il consumo, ho deciso di riorganizzarmi. A seguito di una sorta di sondaggio fatto tra i nostri “clienti” abituali, abbiamo deciso di prendere il problema di petto, andando forse controcorrente ma fiduciosi della qualità del nostro prodotto. Nel 2000 abbiamo inserito nell’azienda un laboratorio attrezzato per la lavorazione della carne, che funge anche da punto vendita. Questa è stata una scelta che ancora oggi siamo felici di aver fatto.
In che cosa consiste principalmente la vostra attività?
Alleviamo bovini da carne esclusivamente di razza Marchigiana e produciamo noi stessi gli alimenti che servono ai nostri animali.

Nel nostro laboratorio la carne viene frollata e lavorata. Vendiamo al pubblico su prenotazione secondo un sistema che prevede l’acquisto di pacchi di almeno 5 kg, in cui sono presenti tutti i tagli del bovino (bistecche con e senza osso, fettine, carne macinata, filetto, spezzatino, osso buco, punta di petto, costine, muscolo). Ciò ci permette di evitare rimanenze e di mantenere alta la qualità del nostro prodotto.
Potreste raccontarmi una tipica giornata presso il vostro allevamento?
A questa domanda è difficile rispondere. Nel periodo invernale si fanno cose diverse dal periodo estivo. In inverno nei campi c’è meno da fare e infatti si sfrutta questo periodo per apportare piccole migliorie all’azienda, che non si riescono a fare in estate. Inoltre, capita di frequente che bisogna difendersi dalla neve, mettendo gli animali al riparo e provvedendo alla generale messa in sicurezza dell’azienda.
Nel periodo estivo, che in agricoltura inizia a maggio e finisce a settembre, si devono svolgere tutte quelle attività che servono a produrre cibo per i nostri animali (raccolta dei foraggi, trebbiatura, semina).
Tutti i giorni è invece necessario dar da mangiare agli animali e occuparsi della loro lettiera. Due o tre volte al mese vendiamo la carne bovina su prenotazione.
Quando è avvenuta la vostra “svolta biologica”? Quali cambiamenti ha comportato nel sistema di allevamento?
La nostra è un’azienda da sempre “BIO”, nel senso che abbiamo sempre nutrito gli animali con alimenti prodotti direttamente dalla nostra azienda, evitando di utilizzare prodotti chimici per aumentare la produttività dei terreni, dato che questo non è mai stato un nostro obiettivo. Sono sempre stato convinto che ciò che si dà agli animali e al terreno ritorna nel cibo. Perciò la svolta BIO è stata una sorta di acquisizione di una certificazione per un metodo agricolo e produttivo già attento alla tutela degli animali e del territorio.

Ufficialmente siamo diventati biologici per la produzione agricola nel 2010, poi per l’allevamento dei bovini e, infine, abbiamo acquisito la certificazione biologica per la carne bovina.
Questo ha ovviamente comportato modifiche al sistema di allevamento. Abbiamo dovuto riorganizzare la stalla, e ciò non è stato semplice poiché si è dovuto modificare una struttura predisposta per la stabulazione fissa. Per i bovini destinati all’ingrasso sono stati fatti box e aperture esterne, mentre il toro da riproduzione e le vacche rimangono al pascolo tutto il periodo dell’anno, a meno che le vacche non abbiano dei vitellini, caso in cui le teniamo al pascolo insieme ai figli durante il giorno per poi far rientrare sia gli uni che gli altri (madri e piccoli) durante la notte (in modo da evitare eventuali attacchi di lupi).
Quali sono i vostri principali prodotti?
Produciamo carne bovina biologica e la vendiamo su prenotazione, secondo la modalità sopra descritta.
In più produciamo salami di bovino, salsicce di bovino, carne secca di bovino senza conservanti e con metodo tradizionale.

Ultimamente abbiamo aumentato il numero di polli, conigli e suini in modo da renderne possibile la vendita.
Come li commercializzate?
Vendiamo i nostri prodotti a privati o a negozi, in entrambi i casi su prenotazione. Ancora il passaparola è lo strumento di pubblicità più efficace.
Quali sono i valori che “coltivate” all’Az. Agricola Pietrini Graziano?
La nostra non è una grande impresa. L’azienda è nata come attività a conduzione familiare e rimane ancora tale, anche a distanza di anni: c’è sempre l’idea che ciò che produciamo è la stessa cosa che poi dovremo mangiare. Questo monito assillante non cambia anche se vendiamo ad altre persone. Ora rispondo alla domanda, anche correndo il rischio di essere banale: attenzione al benessere dell’animale, indifferenza verso l’eccessiva produttività del terreno e realizzazione di prodotti con metodi naturali e tradizionali e senza conservanti.
Riguardo voi personalmente, quanti siete a lavorare all’Az. Agricola Pietrini Graziano? Cosa più vi piace del vostro lavoro?
Siamo io, mia moglie, un collaboratore che ci dà una mano a seconda delle necessità dell’azienda e ogni tanto, quando gli acciacchi sono meno insistenti, mia madre.
Cosa ci piace più del nostro lavoro? Dare alle persone un alimento sano e biologico.
Avete qualche progetto per il prossimo futuro? Un piccolo pensiero che vorreste aggiungere per concludere?
Per il prossimo futuro abbiamo intenzione di acquisire la certificazione BIO per i polli, conigli e suini. Mentre non nascondo che il mio sogno nel cassetto è aprire un agriturismo.
Un piccolo pensiero: vorrei che le istituzioni avessero più attenzione per chi produce cibo, bene primario ed essenziale, perché siamo spesso lasciati soli.