Intervista a Marco: “La nostra volontà è quella di rendere l’orto un posto vivo, ricco di conoscenza”
Ciao Marco, potresti raccontarmi brevemente come nasce l’idea di Orto 2.0?
Orto 2.0 nasce all’interno della Facoltà di Economia di Tor vergata, durante i pasti quotidiani di un gruppo di amici e colleghi universitari, 4 economi ed un ingegnere: Marco Tomarelli, Gianluca Nardo, Stefano Di Febbo, Lorenzo Artibani e Alessandro Capannini.

Due di noi, possedendo un orto a casa, portavano sempre frutta e verdura fresca durante i pranzi assieme. È così che abbiamo evidenziato la netta differenza di gusto, sapore e freschezza che si presenta tra i prodotti acquistati al supermercato e quelli provenienti direttamente dall’orto. Da qui ci siamo posti il problema: come facciamo a dare ai cittadini romani (ed anche di altre città d’Italia) la possibilità di avere un proprio orto, considerato che questi, purtroppo, non posseggono spazi necessari né competenze, vivendo spesso in appartamento situati in centro città? Come possiamo renderli sicuri in merito all’origine dei prodotti che consumano?
È proprio cercando di rispondere a queste domande che ha preso vita Orto 2.0, il progetto il cui cuore è costituito dall’applicazione, nata per semplificare la comunicazione diretta tra l’orto e cliente. È come avere una finestra sempre aperta sul proprio orto.

Tutto inizia nel marzo 2017 con un corso promosso da NEXT, al termine del quale, il 6 luglio 2017 nasce Orto 2.0 Società Cooperativa Agricola.
All’interno della facoltà abbiamo seguito un percorso di incubazione promosso appunto da NEXT (Nuova Economia per Tutti) e dal corso di CSR. Una volta conclusosi, abbiamo iniziato un nuovo percorso di incubazione chiamato Coop UP, promosso da Confcooperative. All’interno di questo ci siamo rapportati con diverse entità professionali, tra cui la BCC del Tuscolo e dei Castelli Romani, che alla fine del corso ci hanno accordato parte del finanziamento per sviluppare la nostra idea. All’interno del circuito ci siamo appoggiati anche a NODE, una società di sviluppo software che attualmente sta creando il sito e l’app.
Nei primi mesi invernali siamo riusciti a trovare il terreno perfetto, sito nell’orto botanico di Tor vergata, grazie alla Professoressa di CSR, che ci ha messo in contatto con il direttore di questo orto. Inoltre, siamo stati ben accolti nel dipartimento di biologia. Hanno accettato la nostra proposta concedendoci un ettaro di terreno delle dimensioni di 100X100 metri dove poter realizzare il nostro primo modello. In tal modo abbiamo anche avuto la grande opportunità di beneficiare delle competenze di biologi e botanici esperti.
Nel periodo invernale ci siamo mossi per recuperare tutti i finanziamenti necessari per realizzare il progetto. In questo i nostri studi economici ci hanno aiutato particolarmente, permettendoci di redigere un buon Business Plan e valorizzare adeguatamente il nostro modello di business.
Come funziona la vostra app?
L’app serve principalmente per essere sempre al corrente della vita dell’orto. Tramite essa sarà possibile per prima cosa creare un orto, personalizzandolo grazie ad una vasta scelta di prodotti da noi messi a disposizione. L’algoritmo di personalizzazione consentirà di creare l’orto in modo consociato. Come ci è stato suggerito infatti dai biologi dell’orto botanico con cui lavoriamo a stretto contatto, posizionando le colture in maniera strategica è possibile avere un rendimento migliore, in questo caso si parla di consociazioni.
Una volta personalizzato l’orto il cliente ci invierà il layout e noi ci occuperemo di trapiantare/seminare le piante da lui scelte. La sua scelta avverrà chiaramente all’interno della gamma da noi offerta che include tutte piante prettamente stagionali. Noi poi andremo a programmare i trapianti in maniera da avere una resa continua.

Dal trapianto o dalla semina fino al raccolto, il cliente verrà sempre avvisato sullo stato delle sue colture, tramite notifiche. Potrà monitorare il suo orto tramite una telecamera in diretta, così da poter osservare personalmente il nostro lavoro. Questo ci consente di essere totalmente trasparenti nei confronti del cliente, che ha a sua volta la possibilità di avere piena consapevolezza di ciò che mangia.
Sempre sull’app ci sarà un diario della produzione che darà modo al cliente di prevedere meglio le colture future, in modo da poter, già dal secondo anno, rendere l’orto perfettamente calibrato in base alle sue esigenze e ai suoi gusti.
Ci saranno consigli riguardo salute e benessere, piatti e ricette del giorno.
Lo scopo dell’app è anche quello di trasferire le competenze da noi ai nostri clienti. Ad ogni prodotto allegheremo infatti una descrizione che renderà l’utente sempre più autonomo nella scelta delle coltivazioni. Infine, ultimo ma non meno importante, nell’applicazione sarà presente una community di scambio. I clienti potranno scambiare i prodotti in surplus con altri membri della community al fine di evitare gli sprechi. L’obiettivo ultimo della creazione di tale rete è quello di rendere l’applicazione utile nella quotidianità, di creare relazioni tra persone che condividono gli stessi interessi, sia all’interno del software sia direttamente sul campo.
Quali sono i principali servizi da voi offerti?
Il nostro core business è sicuramente l’assistenza alla coltivazione: ci prendiamo cura delle piante scelte dal cliente in tutte le fasi di crescita, dal trapianto al raccolto.

Offriamo poi un servizio di trasporto direttamente a domicilio. È possibile scegliere un tipo di abbonamento che permette un forfait di consegne prestabilite, distribuite nel corso dell’anno, oppure scegliere di avvalersi del trasporto singolo, tutto questo comodamente, tramite l’app.
In un secondo momento, abbiamo in programma di provvedere anche alla trasformazione dei prodotti. Ci piacerebbe infatti rendere autonomo il cliente anche in inverno con i suoi prodotti estivi e viceversa.
In parallelo poi sviluppiamo l’attività didattica. Cerchiamo di avvicinare i nostri clienti alla natura, insegnandogli la vita dell’orto, educandoli ai suoi bisogni e alle sue esigenze ed offrendo loro corsi di cucina per la trasformazione dei prodotti in eccesso.
La nostra volontà è quella di rendere l’orto un posto vivo, ricco di conoscenza.

Come è possibile usufruirne? E come li commercializzate?
Scaricando l’applicazione è possibile scegliere il proprio orto e iniziare a coltivare. Ovviamente è gradita una prima visita da parte del cliente presso l’orto, così da poter instaurare prima di tutto una relazione personale. Successivamente si sceglierà se avvalersi del servizio di consegna o no.
I canali di vendita inizialmente saranno costituiti per lo più dalle grandi strutture che si trovano nelle vicinanze dell’orto botanico, come l’ospedale di Tor vergata, l’università e la Banca d’Italia.
Importanti sono anche le fiere e gli eventi appoggiati dai nostri partner. Parteciperemo nuovamente alla edizione del Maker Fare Roma 2018. Nell’edizione del 2017 abbiamo formalizzato molti contatti importanti per creare la nostra newsletter e la rete di collaborazione. Vogliamo aprire il nostro business anche al settore ho.re.ca. così da dare la possibilità a questi utenti di valorizzare la loro offerta con prodotti di qualità e provenienza sicura.
Qual è la vostra mission?
Orto 2.0 nasce per dare la possibilità a chiunque di possedere un orto ed essere pienamente consapevole delle origini del prodotto che mangia. Vogliamo ridisegnare gli schemi di mercato, eliminando la filiera. Quello che andiamo a commercializzare è un servizio di assistenza, non il prodotto finale in sé.

Il nostro obiettivo è rendere i nostri clienti “produttori di sé stessi”, consapevoli dei cibi che mangiano e liberi di monitorare costantemente la vita dei prodotti dal trapianto, alla crescita alla trasformazione, fino all’arrivo sulle loro tavole. Nella nostra visione le figure di produttore e di consumatore si fondono in un’unica persona.
Quali valori principali vi guidano nel portarla avanti?
Il valore che più ci ha guidato nel nostro progetto è stato, ed è tutt’ora sicuramente, la perseveranza. Voler portar avanti quell’idea che tanto ci sta a cuore per dare a tutti la possibilità di riportare un po’ di natura tradizionale nelle loro case, è stata la motivazione più importante.
Ci piacerebbe rendere il più semplice possibile questo modello affinché sia replicabile in qualsiasi tipo di terreno. Crediamo nella possibilità di creare nuova impresa, in un’ottica di sviluppo sostenibile. Crediamo fermamente che un modello positivo possa aiutare a creare nuove relazioni nei spazi rurali, riavvicinando le persone alla natura.

Sempre più ai giorni nostri si sente parlare di insicurezza alimentare, cibi contaminati, provenienza non garantita, utilizzo di concimi e pesticidi dannosi per la salute dell’uomo e dell’ambiente, questo ci ha dato maggiore carica per dare a questo problema una soluzione pratica e a misura di famiglia.
Riguardo te personalmente, hai sempre lavorato in ambito agricolo? Cosa più ti affascina di questo mondo o cosa ti avvicina/ha avvicinato ad esso?
Io personalmente vivendo in campagna ho sempre vissuto a contatto con l’agricoltura, l’orto, gli alberi da frutta e il pollame. Insomma, sono sempre stato a contatto con quei pochi e semplici elementi che arricchiscono la dieta a casa e che hanno da sempre reso me e la mia famiglia autonomi, almeno in parte, per quello che riguarda la spesa alimentare. Gli studi in economia mi hanno dato la possibilità di avere qualche nozione sul mercato in aggiunta alla voglia di creare qualcosa insieme ai miei soci.

Sono due gli elementi che mi affascinano maggiormente del mondo agricolo, il primo è il gusto e il sapore dei prodotti colti e mangiati. Sin da piccolo ho avuto il beneficio di vivere l’emozione che ne deriva dalla consumazione di questi prodotti e devo dire che mi ritengo particolarmente fortunato, quasi viziato, ad averne potuto godere sempre nel corso della mia vita. Inoltre, quello del gusto è stato un elemento che ha unito il Team, la tavola ci ha avvicinato moltissimo.
Il secondo elemento è la vita che c’è nelle piante. La loro reazione a qualsiasi tipo di shock è ben visibile. La pianta comunica e se ha problemi sa farsi capire.
C’è qualcosa che vorresti aggiungere in merito ad Orto 2.0, ai suoi vantaggi o ai risvolti futuri?
Il nostro obiettivo è quello di consentire ad Orto 2.0, grazie alle economie di scala, di crescere ed espandersi nei terreni limitrofi alle città, cosi da raggiungere il maggior numero di persone. Vorremmo rendere i terreni sempre più vicini e facilmente accessibili per il cliente, che potrà finalmente viverli davvero e a pieno. Vogliamo crescere attraverso l’affiliazione commerciale, cosi da dare la possibilità anche ad altri di sfruttare questo modello di business che noi crediamo realmente efficiente.
Ci piacerebbe che l’orto diventasse la normalità per ogni famiglia, che sia con noi o attraverso altre vie o collaborazioni.

L’applicazione inoltre, avrà una sezione dedicata che servirà per collegare i nostri clienti a piccoli coltivatori limitrofi di frutta o verdura. Questo garantirà la possibilità di visionare personalmente il luogo dove vengono coltivati i propri prodotti, di poterne aumentare la gamma in base alle disponibilità in quella determinata zona e di permettere così al cliente di essere sempre più autonomo nella scelta delle sue colture e dei suoi prodotti per quanto riguarda la propria spesa alimentare.